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Il pensiero di Carlo Talamo



"E' un fatto che il mondo sia un pò stupido. Così uomini stupidi raccontano cose stupide che piacciono ad altri uomini stupidi." 

"E il tutto ha una sua logica non priva di una certa tenerezza.Accade spesso che alcuni uomini interrogati sul loro successo si trovino a raccontare cose leggendarie a base di 'grande intuizione' e 'lucida intelligenza' e 'avevo capito prima di tutti'. 

Più passa il tempo credo che tutto questo mondo fatto di special e di mode debba tanto a Carlo Talamo. Questo è il suo pensiero in un una vecchia intervista che aveva rilasciato a uno dei maggiori quotidiani italiani.

Bah.Sono sicuro che chiedendo: " come hai fatto" ad uno che ha vinto la lotteria ci si troverebbe davanti alla sua grande intuizione e lucida intelligenza e storie così. Vincere la lotteria è un fatto di casualità. Fortuna. Ma la condizione essenziale per accedere alla vincita è l'acquisto del biglietto. Ecco fatto: interrogatemi sul perchè sono riuscito ad avere fortuna nella mia piccola vita e vi dirò che avevo comprato il biglietto della lotteria. Ed ho vinto. Non avevo intuizioni, Ne intelligenza lucida. E non avevo capito nulla prima degli altri. Altrimenti forse adesso sarei a Papeete invece che a Milano ad importare motociclette. Motociclette che il caso mi aveva fatto incontrare quando non arrivavo neanche alle ginocchia di una Harley-Davidson."


E la passione ha trasformato il caso nel lavoro che ha cambiato la mia vita, la mia maniera di essere uomo, il mio stato economico. Quello sociale no
che ancora mi metto le dita nel naso e dico parolacce. Come prima. E la povertà dei miei inizi mi portò a scegliere di non avere una agenzia pubblicitaria per promozionare la mia mercanzia. Decisi di far da solo. E siccome non sapevo cosa fare decisi di scrivere quello che pensavo.
Quello che pensavo delle mie motociclette. Di me stesso. Della fidanzatina di quando avevo quattordici anni. Cose così. Senza senso. Cose casuali. E' capitato che queste cose buttate su delle pagine nere pubblicate a caso qua e la sui giornali che mi potevo permettere abbiano trovato persone che le hanno capite. Amate. Rispettate direi. E questo non è successo per caso ma perchè in quelle pubblicità avevo messo me stesso ed il mio cuore ed anche se non lo sapevo allora, c'era un sacco di gente pronta a capire le mie Harley e me.

"Qui di seguito una delle pubblicità presa tra quelle pubblicate durante i primi dieci anni di vita della Numero Uno la società che dal 1984 importa le Harley-Davidson in Italia. Se non ci trovate un senso è probabile che abbiate ragione.

C'è una linea precisa.
Così netta.
Che divide la città dal mondo.
Questa linea non ha nome.
Nessuno l'ha disegnata mai.
Nessuno può vederla.
Chi sta dentro un'automobile non può conoscerla.
Io però la conosco bene.
E la riconosco. Tutte le volte che vado più in là.
Quando con la moto lascio la città di notte
per andare a vedere cosa c'è oltre.
E l'aria si fa più fredda.
Umida.
E appaiono i profumi.
Profumi che non so dire , che attraversano
l'universo davanti al mio naso.
E mi avvolge un mondo più tranquillo.
Nel quale entro guidato dalla luce innocente
del mio piccolo faro.
La linea adesso è lontana.
I chilometri si arrotolano pigramente
nell'orologione illuminato appena.
La lancetta si muove, oscilla ed indica una velocità,
come indecisa.
Ma oltre la linea la velocità non conta più.
Nessuno ha fretta.
Nessuno aspetta.
Con gli occhi, distrattamente, seguo un pensiero."

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