Tutti i campioni nella carriera hanno un fase ascendente e una calante. E' un cosa naturale, non ci si deve stupire.
La carriera di VR46 è stato fino ad ora qualcosa di entusiasmante, una cavalcata vincente che lo ha visto primeggiare su tutti i circuiti mondiali e battere, anzi stracciare i suoi avversati sia in pista che fuori, sul piano agonistico e su quello psicologico.
E' diventato uno degli sportivi più conosciuti al mondo un icona del moto mondo delle 2 ruote, non vi è bambino o vecchietta che con conosca il Vale nazionale.
Si è trasformato da semplice pilota a catalizzatore di masse capace di mettere in moto un giro di milioni intorno alla sua figura.
Osannato dal pubblico e coccolato da sponsor e organizzatori è qualcosa che viene sostenuto e spinto come nessun altro sportivo.
Ma ormai è inutile che ci si nasconde dietro problemi tecnici e scuse difficilmente sostenibili, Valentino Rossi è in declino.
Nessuno lo vuole dire apertamente, non lo vogliono dire gli addetti ai lavori, che hanno costruito le loro carriere sull'esaltazione di questo mito e nemmeno lo dicono i suoi tifosi che lo hanno sempre seguito in questa lunga corsa che dura da oltre 20 anni.
Lui che ci ha abituati a gare sempre da protagonista con rimonte e sorpassi da cardipalma , è uno strazio vederlo combattere nelle retrovie non riuscendo a far fare alla moto ciò che lui desidera, mentre altri piloti più giovani e con la stessa moto sono li davanti che sgomitano per trovare un posto al sole.
Ma tutto questo non è un male o un colpa, a 40 anni anche se le motivazioni restano, sono sempre meno della voglia di vincere e di primeggiare che si hanno a 20, ma anche il fisico risponde meno prontamente di quando si è giovani e anche solo adattarsi ai cambiamenti è difficile.
Da giovani si fanno manovre spericolate, talvolta sconsiderate, ma sono frutto della giovane età , della voglia di dimostrare il proprio valore, non si ha paura di osare perchè non si ha nulla da perdere e tutto da guadagnare.
Vale quello chè ha da perdere invece è la sua immagine di campione, costruita duramente negli anni a cui tanti appassionati sono legati, lui la deve difendere sia per lui che tutti quelli che lo hanno seguito in questi anni.
Certo qualcuno non sarà d'accordo con il mio pensiero e magari con un pò di fortuna potrebbe arrivare anche qualche vittoria in qualche gara, ma la strada è tracciata ...Vale si muove verso la fine la sua carriera di pilota.
Sicuramente lui non sparirà nell'oblio , come è successo altri campioni, sarà sempre protagonista del circo della Moto GP tanto che Ezpeleta tempo ha dichiarato che lui è disposto a fargli ricoprire qualsiasi figura all'interno che Valentino voglia.
Lui parla di continuare anche il prossimo anno, ma se questi sono i presupposti , non è uno spettacolo edificante ne per lui ne per chi lo ha tanto amato .
Vale, difendi la tua immagine di campione, un campione si riconosce anche capacità di saper capire quando è il momento di dire basta. Non vi è vergogna.
analisi condivisibile, destino di tanti se non tutti i grandi campioni dello sport, di fatto resta il mito, e come tutti i miti si ricordano e tramandano nella memoria collettiva se l'iconografia che li accompagna è il fulgore della vittoria , la potenza e il talento che la ottengono, il controllo e le capacità che domano nella sfida i contendenti,
ReplyDeleteSe l'apogeo è il mix magico che fonde uomo macchina e squadra in un unico elemento, come un'Alessandro Magno con il suo bucefalo e gli eteri che lo scortavano, per restare nei miti e mitologie lo stesso Alessandro il Grande non ascoltò i segnali che arrivavano,
Concediamo allora a questo eroe moderno anche la vanità di sopravvalutarsi e voler ancora misurarsi con se stesso e i suoi avversari, non dico fino ad imperitura memoria e se dobbiamo dirla tutta di George Lorenzo cosa si dovrebbe dire, dato per certo che è ben più giovane e ben più ultimo?