Il web e le strade sono inondate da Bmw serie Kappa modificate tutte nello stesso modo, ma senza attenzione alle prestazioni ...ecco questa è tutta un'altra storia.
Con la dicitura di One Man Band, si indica un uomo che riesce a suonare diversi strumenti , un pluristrumentista che suona diversi generi , ma tutti da solo. Ecco chi è Mauro Gessi, uno che lavora nella completa solitudine del suo garage, in compagnia del suo cane ma che è capace di fare praticamente tutto. Che un bel giorno ha deciso di realizzare una moto con le impostazioni di una Muscle Flat Track moderna ma anche quella di una Road Race per le gare AMA con influenze racing da Motogp
Giusto per inquadrare la sua figura e le sue doti vi posso dire che lavorava con un certo Ascanio Rodorigo (#chevelodicoafare) per Vyrus o che ha costruito Zaira il prototipo Ktm 950 del Team Kapriony che l'anno scorso ha vinto il Tuareg Rally e la Rocket Ride all'Erzberg Rodeo e quest'anno ha partecipato alla durissima Africa Eco Race, dunque competente non solo per quello che è la pista ma anche per il fuoristrada.
Quindi quando ha deciso di cimentarsi con una Bmw serie Kappa , per l'esattezza un K100 LT da quasi 300 kg, ha voluto che la moto fosse performante e non solo bella da vedere.
L'ispirazione gli è venuta dalle 4 ruote, e più precisamente dalla BMW 3.5 CSL
Ronnie Peterson/Brian Redman del 1975/76 ...un'auto di rara bellezza, plurivittoriosa
Quindi chiuso all'interno del suo garage con la compagnia del suo cane ha iniziato a lavorare, portando il telaio a nudo, eliminando ogni più piccolo particolare che non fosse necessario al suo progetto.
Non si può chiamare semplicemente "special" perchè sarebbe riduttivo, è più una concept, un prototipo vero e proprio con un motore volutamente "vecchio" ma con particolari caratteristiche e scelto per le sue peculiarità di erogazione, elasticità e conformazione strutturale per avere le masse concentrate in basso pensando ad un determinato utilizzo, quello di una funbike, una super flat track 1000 4 cilindri che possa essere divertente sia sui passi di montagna che in pista, insomma una moto da usare ridendo dentro il casco.
Non si può chiamare semplicemente "special" perchè sarebbe riduttivo, è più una concept, un prototipo vero e proprio con un motore volutamente "vecchio" ma con particolari caratteristiche e scelto per le sue peculiarità di erogazione, elasticità e conformazione strutturale per avere le masse concentrate in basso pensando ad un determinato utilizzo, quello di una funbike, una super flat track 1000 4 cilindri che possa essere divertente sia sui passi di montagna che in pista, insomma una moto da usare ridendo dentro il casco.
Il lavoro è stato lungo, è durato diversi mesi, impegnandolo fino a notte fonda, non era raro che mi aggiornasse sui sui progressi alle ore impensate della notte.
Il motore è stato completamente smontato e revisionato e migliorato, ogni componente meccanico minuziosamente misurato e riassemblato.
Il corpo della moto è costituito da alluminio e carbonio , pezzi che lui stesso a creato senza l'aiuto di interventi esterni,
Partiamo dal nome
Straßenbauer (che si pronuncia Strassenbauer) in tedesco significa costruttore di strade, ho scelto questo nome perchè si tratta di una BMW particolare, una funbike multi terreno basata su una serie K100 8 valvole scelta perché secondo me è il modello della casa bavarese che per caratteristiche di motore e telaio meglio si adatta a questo tipo di realizzazione e al quale sono molto affezionato.
Ciclisticamente troviamo all’avantreno una forcella Kayaba a steli rovesciati con piastre ricavate dal pieno dedicate che portano l’offset da 65 a 25 mm determinando insieme alla inferiore lunghezza della forcella una riduzione dell’angolo di inclinazione di sterzo e una riduzione di ben 85 mm dell’interasse della moto, al posteriore trova posto un ammortizzatore Ohlins pluri-regolabile costruito appositamente e che ha richiesto una lunga messa a punto per trovare la configurazione ottimale, inoltre è stato spostato l’ancoraggio sul telaio per aumentarne l’inclinazione nonché il braccio di leva e il rapporto di corsa, poiché le forze di spinta del mono sul telaio si erano spostate circa sulla mezzeria di un tubo l’intervento ha richiesto la realizzazione di un traliccio all’interno della culla posteriore che ha irrigidito tutta la struttura, tutta la parte posteriore è stata riprogettata per supportare una sella di derivazione cross modificata e rivestita in cuoio trattato e la centralina della moto.
Il braccio oscillante posteriore è stato rinforzato con una struttura scatolata prismata migliorando anche l’aspetto estetico altrimenti un po datato.
L’impianto frenante vede all’avantreno una coppia di dischi a margherita Braking da 310 mm, questo intervento ha richiesto la costruzione di flange ricavate dal pieno per l’adattamento al mozzo e la tornitura delle razze del cerchio per poter passare in mezzo alle grosse pinze che sono delle radiali Tokico, la pompa è una Brembo Radiale, al posteriore invece sono state mantenute la pompa e la pinza originali ma è stato ricostruito il disco su misura dalla T20 con disegno a margherita Braking.
Il serbatoio è stato ricostruito completamente in alluminio così come il vaso d’espansione del radiatore, il coperchio/convogliatore aria delle bobine e altri particolari.
Il filtro aria è una unità lavabile più performante e la parte motoristica è stata oggetto di una minuziosa messa a punto ed è stato migliorato leggermente anche il rapporto di compressione, la trasmissione finale è stata sostituita con la coppia conica della versione 75 che ha un rapporto più corto.
E’ stato fatto largo uso si silicone blu per cavi candele taylor, tubi benzina e radiatore Samco Racing e tubi dei freni in treccia rivestiti Allegri.
Tutto l’impianto elettrico è stato rifatto e semplificato e sono stati sostituiti i blocchetti elettrici con altri più compatti e moderni, lo strumento centrale è un compatto multifunzione, la moto è stata equipaggiata anche con un sensore a cella di carico per il cambio come si usa sulle moto da corsa e permette cambiate veloci senza chiudere la manetta del gas, la batteria è una leggera Magneti Marelli al Litio montata su un apposito supporto costruito in alluminio alleggerito.
I fianchetti e la coda sono un elemento realizzato in unico pezzo in carbonio così come in carbonio sono i parasteli della forcella e il convogliatore airbox maggiorato, sono invece in Kevlar e carbonio per resistere ad urti ed abrasioni le protezioni dei coperchi del lato punterie e del lato albero motore, la costruzione di tutti questi pezzi dedicati ha richiesto la realizzazione di modelli e stampi, tutti i compositi sono stati lavorati mediante sottovuoto ed in ambiente riscaldato.
La tabella anteriore è di provenienza Ktm cross e ora integra un baffo laterale di luci diurne a led, ai suoi lati ci sono i due faretti uno per la luce anabbagliante e uno per la luce abbagliante mentre al posteriore è stato montato un faro da enduro sotto al parafango.
Il manubrio ed i riser sono di tipo fuoristradistico mentre le leve sono delle bellissime e sofisticate realizzazioni della giapponese Zeta e sono snodate, regolabili e alleggerite.
Tutta la viteria di telaio e motore è stata sostituita con viti in acciaio inox tornite e alleggerite manualmente una ad una.
Le grafiche sono state realizzate dalla Pro Line di Imola ed abbiamo preso spunto dai colori e dal numero di gara delle gloriose BMW CSL 3.0 da competizione nonché dalla bellissima concept celebrativa CSL Hommage, poi abbiamo giocato un po inserendo la scritta Kompetizionen e lo Sturmtruppen.
Dopo le lavorazioni telaio, cerchi ed altri particolari sono stati sottoposti ad un ciclo di sabbiatura, fosfatazione, fondo e verniciatura a polvere.
La moto ha fermato la bilancia a 176 kg in ordine di marcia con tutti i liquidi senza benzina (un bel traguardo per un K) e con una potenza di circa un centinaio di cavalli e l’ottimo risultato ciclistico la rendono molto divertente da guidare sia in piega in pista o sui passi di montagna sia di traverso in fuoristrada.
Doverosi ringraziamenti vanno al caro amico Fabio Marchetti che nel dopo lavoro mi ha dato una mano per l’impianto elettrico, lui è un mago dei cablaggi, Mirco Ferri per il settaggio delle sospensioni, a Maurizio Di Sano che è il mio compagno di avventure.
Le bellissime foto sono opera di Marco Trionfetti mentre una menzione speciale va al Frantoio Vallefoglia ed al Jeepers Kart per la location delle foto e la loro disponibilità.
E per festeggiare il lavoro finito ...pane e salame, altro che champagne.
Se la volete vedere all'opera venite a The Reunion il prossimo 20/21 Maggio a Monza, sarà presente alla Sprint Race nella categoria Extreme....sarò io a doverla portare in gara #chevelodicoafare
Nice bike. I like K bikes.
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