Nessuno lo ammetterà mai, ma quello che viviamo in gioventù ci rimane impresso e ci segna nel bene e nel male.
Osservando la Honda Nx650 DAKHLA di Marco Matteucci sembra di guardare una di quelle moto che animavano i vecchi videogiochi, quando i poligoni la facevano da padrone visto che non vi erano processori cosi potenti da gestire immagini più complesse.
Il progetto di parte piu di un anno fa quando Marco ha deciso ci comprare questa questa Honda Dominator insieme al suo meccanico, Muzi Meccanica, con l’idea di fare qualcosa insieme.
L’avvicinarsi di Gennaio e quindi del MBE era l’occasione giusta per realizzare quello che sembrava abbastanza improbabile visti gli impegni di entrambe. I Dominator sono stati cucinati in tutte le salse e non volevono cadere nella banalità e riproporre l’ennesimo scrambler.
Marco ha iniziato a tirare le linee guida al computer e poi l’idea… "E se non fossero linee guida ma l’effettiva forma?" Così ha iniziato a lavorare su tagli, squadri e forme geometriche creando una contrapposizione tra linee ascendenti e discendenti. Alla fine ha voluto creare una Desert Bike ma con volumi urban (tanto chi ci va nel deserto?)
Questa volta l’elemento principale è stato l’alluminio. Non ha mai fatto un lavoro tutto in alluminio e una struttura così complessa e grande si prestava perfettamente. Prima ha realizzato tutta la monoscocca in cartone, poi tagliato ogni singolo pezzo al laser su spessore da 3mm e saldato tutto. Certo detto così sembra facile.
Anche la piccola visiera, il parafando anteriore e le valige sono sempre in alluminio. Lo stop è costituito da un Led strip che incorpora luce e frecce, protetto da una gemma scanalata in metacrilato realizzata a mano che amplifica e diffonde la luce. Il tutto montato su telaio originale, due viti per smontare la sovrastruttura. Sul piccolo portapacchi dietro la sella si innesta il secondo sellino che, montando le pedane, ospita il secondo passeggero in tutta comodità .
Lo scarico diventa 2 in 1 e con un collettore artigianale. Verniciatura color sabbia del deserto marocchino in finitura opaca.
Finita la parte estetica in alluminio e di verniciatura del telaio e motore la moto passa in mano a Gabriele che monta steli rovesciati Marzocchi, impianto frenante Beringer su disco da 320 artigianale e personalizzato.
Muzi ha lavorato anche al motore montando un pistone ad alta compressione Viseco, guarnizione della testa ribassata, flussaggio testa in aspirazione e scarico e riprofilatura alberi a camme.
Un intervento che genera quasi 6 cv aggiuntivi ma, importante, ottimizza tutti quelli di cui la moto dispone. La moto ha sicuramente carattere, la guidabilità è garantita dalla ciclistica originale e la spinta del motore esaltante. Dakhla (regione pre desertica marocchina) è la moto ideale per la mobilità totale in ambiante urbano e fuori città , con una buona autonomia di carburante e spazio.
molto bella ma da già che hai fatto 30 fai 31 e rifà il paramotore in forma squadrata...
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