Il caffè italiano ha un aroma forte e deciso. Lo stesso si può dire di questa special nostrana, che si rifà alle blasonate Cafe Racer inglesi, moto che hanno contraddistinto un'epoca indimenticabile.
Gli elementi ci sono e anche il concetto è quello giusto per una moto di questo tipo.
Il grosso motore bicilindrico raffreddato ad aria, le ruote a raggi, il serbatoio sportivo allungato, la sella monoposto, l'assenza di carenatura e lo spirito ribelle.
Certo, le Cafe Racer sono nate in Inghilterra, ma le special realizzate in questo stile (che ha ormai da decenni superato i confini dell'Isola) non devono per forza essere approntate su meccanica inglese. L'unica cosa contestabile sono i freni a disco, ma questa è una moto degli anni Ottanta, quindi relativamente moderna, che si rifà allo spirito rocker di quei tempi. Si può a tutti gli effetti considerarla un tributo, realizzato con tanta capacità e pochi mezzi. Il proprietario/costruttore si chiama Michele Marziliano e, come sottolineato sui portanumeri, è nato nel 1980.
Fin qui niente di strano, quello che sicuramente non immaginate è la provenienza di questa special adatta a centauri vestiti di pelle nera: si tratta, infatti, di una 850 T5 che per anni ha rappresentato la dotazione della Polizia di Stato.
Questa, dunque, è senza dubbio la special del riscatto. Probabilmente, era destino che dopo tanti anni di onorato servizio, e tanti chilometri con parabrezza e borse al seguito, arrivasse per lei una sorta di reincarnazione in un mezzo decisamente più agile e aggressivo.Una volta spogliata la moto di tutte le sovrastrutture sono cominciate le valutazioni: si è salvato, naturalmente, il grosso bicilindrico, che continua ad alimentarsi attraverso due carburatori Dell'Orto VHBT da 30 mm, ora equipaggiati con filtri conici, ma anche la forcella con gli steli da 38 mm e l'impianto frenante di serie.
I nuovi cerchi a raggi hanno un diametro di 18”, anziché di 16” come quelli di primo equipaggiamento, e al retrotreno gli ammortizzatori Paioli oleopneumatici sono stati sostituiti da due unità regolabili prodotti dalla Koni.
Quasi tutte le parti di questa special provengono, comunque, dalla grande famiglia Moto Guzzi o dall'ambiente che gli ruota attorno.
Il cupolino della Le Mans, ad esempio, si sposa perfettamente con la linea generale e le sue forme tondeggianti fanno coppia con il codino in vetroresina Magni replica, conferendo alla moto quel tocco racing retró che la contraddistingue. Il serbatoio, invece, è quello della Daytona.
Le abbondanti sovrastrutture di serie sono in pratica completamente scomparse, compresi i fianchetti laterali; al loro posto ci sono adesso due semplici e bombate tabelle portanumero che snelliscono ulteriormente la parte centrale della special. La livrea bianca è stata un piccolo colpo di genio: essa conferisce pulizia e al tempo stesso eleganza alla moto, mettendone in massimo risalto le forme.
Perfettamente consone a questo tipo di contesto sono anche le rifiniture in verde inglese e i filetti dorati. Non convince molto, invece, il richiamo sui coperchi delle valvole.
Splendidi i terminali di scarico Mistral con il cono contrario a bocca grossa: per una voce da lottatore!
Completano l'insieme i semimanubri della Le Mans prima serie, la plancia strumenti artigianale con il contagiri montato in posizione decentrata e un piccolo tachimetro digitale. Valida anche la piastra antisvirgolo marchiata Tarozzi posta tra i due foderi della forcella.
da Motoitaliane.it
Molto bella! Complimenti al creatore!
ReplyDeleteIo intanto continuo a sognare una cafe' guzzi... ne ho disegnata una sul blog mio :'( per ora si va avanti a disegni :(
Dai che non è impossibile !! In fondo le 850 anche T3 si trovano...
ReplyDelete:)