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Addio allo Scorpione




"E' morto Adriano Pieri, un motociclista della zona di Pesaro e del Viamaggio, celebre per l'abilità nella guida e per l'emblema che portava sulla tuta. Nel 2006 gli dedicammo un articolo su Dueruote

Una vita su due ruote. In pista, come pilota professionista, negli anni Settanta, e poi sulle strade che amava di più, come la Viamaggio. Lì, tutti sapevano chi era lo Scorpione: grande e grosso, calvo, un burbero che andava preso per il suo verso, terribilmente veloce in moto. E con quella grande toppa bianca sulla tuta nera e sgualcita.
Adriano Pieri (ma gli amici lo chiamavano Andrea), 60 anni di Cesena, è morto il 13 luglio, nel modo apparentemente più banale: un incidente in moto, lungo la statale Marecchiese. Per la precisione un frontale che ha visto coinvolte la sua Tuono 1000 (che spesso alternava alla vecchia ed elaboratissima Guzzi Le Mans che vedete in foto) e la Yamaha di un ragazzo di 35 anni (ferito, ma non in pericolo di vita).
Allo Scorpione dedicammo, nell'ottobre 2006, un articolo di 5 pagine su Dueruote, raccontando di un nostro giro con lui sulla Viamaggio: fu, quella, una giornata memorabile, come memorabile era l'attaccamento di Andrea agli amici. Tra questi, Benito Savoia, recentemente scomparso. Un mese fa Pieri mi chiamò in redazione per chiedere un ricordo dell'amico, pilota e meccanico di Loris Reggiani ai tempi della 250."
Da Motonline.com

19 comments

  1. Non conoscevo Adriano "Scorpione" Peri, ma spengo sempre il motore per un minuto di riconoscimento all'onore dell'ennesimo eroe della strada.
    Il mio rispetto.


    IMALATIDIMENTE

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  2. Eroe della strada? Io non lo definirei così un centauro della sua esperienza che si è schiantato sulla strada come un "morociclista della domenica" qualsiasi...

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  3. Giudeo io non ti conosco , ma se parli cosi mi viene il dubbio che tu non abbia molta esperienza di strada .
    Allora dipende da come muore sull'asfalto per definirlo eroe?

    Spero che tu sappia che i motociclisti gli errori o la sfortuna la pagano molto cara sulla strada , non so come sia stata la dinamica dell'incidente , ma so che sapore ha l'asfalto e le cose non sono sempre tanto semplici Da spiegare.
    Cmq aspetto sempre una tua definizione di "Eroe della strada" magari hai una visone migliore della mia , questo ancora è uno spazio libero dove esprimere le vostre idee.

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    1. Eroi della strada non esistono così come non esistono eroi del mare o di qualunque altro ambito fisico e materiale
      Esistono teste di cazzo (e io lo sono stato nella mia lontana gioventù) che credono di elevarsi al di sopra degli altri con comportamenti spericolati e trasgressivi gratificati dall’ammirazione di qualche coglione che non riesce a emulare le loro malsane azioni.lo scorpione l’ho conosciuto e incrociato più volte, era sicuramente un “manico” ma veniva giù nelle curve quasi sempre contromano
      L’ultima gli è stata fatale e la colpa non è sicuramente del fato xche conosco personalmente l’altra a persona coinvolta e so come sono andate le cose
      A proposito di eroi, cerchiamo tutti nella vita di essere normali
      Qualche volta forse la vita ci chiederà un atto eroico, certamente non scorrazzare con la moto o il motoscafo o gli sci mettendo a rischio la incolumità del prossimo
      Chi x coraggio o per senso del dovere o menefreghismo questo atto saprà farlo
      Gli altri saranno dei pavidi , ma sarà un problema loro
      E con questo mettiamoci una pietra sopra e per sempre

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  4. Dubbioso ROCKET68, per me un "Eroe della strada" è un carabiniere e/o un poliziotto che muore adempiendo al suo dovere per fermare un malvivente o un rapinatore ad un posto di blocco.
    Oppure - e parlo per esperienza personale - è un ciclista che soccorre un ragazzetto che, caduto con il motorino, si è affettato un braccio destro contro nel lunotto termico di un'auto parcheggiata e legandogli immediatamente il braccio ferito con un legaccio gli impedisce di morire dissanguato.

    Questi sono coloro che io definirei "EROI DELLA STRADA".

    Riguardo a Scorpione, a me stupisce che uno come lui, che aveva anche corso in moto professionalmente, continuasse a rischiare la vita per Viamaggio divertendosi a bastonare pseudo-smanettoni, mettendo così a rischio la sua vita: secondo me proprio chi ha corso in moto dovrebbe dare il buon esempio non utilizzando la strada come se fosse una pista.

    Magari ho torto marcio e questo mio intervento meriterebbe di essere cancellato in toto...ma se questo e' uno spazio dove poter esprimere liberamente la propria idea, allora dovrebbe essere lasciato anche se - lo ripeto - potrebbe essere TOTALMENTE sbagliato ome approccio e come contenuti.

    UmileGiudeo
    Moto Guzzi V11 Sport

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  5. Se il proprio pensiero viene esposto con garbo e educazione ( come il tuo caso ) non ci saranno mai tentativi di censura.
    Tornando al nocciolo della discussione , si parlava di appassionati di moto che vivono la strada per passione . se la metti sul piano di chi è più meritevole in assoluto di essere nominato eroe nel significato intrinseco della parola allora si finisce lontani al di fuori della striscia asfaltata ( massimo rispetto ai colleghi delle forze dell'ordine che rischiano la vita per 1500 euro al mese)

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  6. Gentile ROCKET68, prima di continuare questa democratica discussione fra noi in cui disquisire di eroismo, bisogna che io perda un po’ del mio tempo per fare una precisazione.

    La notizia della morte di Scorpione mi avrebbe addolorato a prescindere dalla causa, sia se fosse perito in un incidente occorsogli in moto, sia se fosse morto per attacco cardiaco: una vita umana che si spegne è una perdita per tutti noi, sia per chi lo aveva conosciuto di persona, sia per chi aveva solo sentito parlare di lui.

    Del fatto che io non condividessi il modo in cui utilizzava la moto per strada ho già scritto e non voglio dilungarmi oltre.

    Quello che mi premeva sottolineare nel mio primo intervento era che il termine usato da Claudio – eroe – non lo vedevo (e non lo vedo) corretto usato in un contesto del genere.

    Avrebbe potuto scrivere “all'onore dell'ennesima vittima della strada”...

    Avrebbe potuto scrivere “all'onore dell'ultimo mito della strada”...

    Ha utilizzato il termine “eroe” e allora mi sono chiesto: c’è qualcosa di eroico nell’andare in moto per strada? Penso di no, semmai potrei sostenere l’ipotesi che utilizzare la moto per strada necessita di un pizzico di incoscienza.

    Va da sé che – tantomeno – vedo eroismo nel morire per strada.

    Se un giorno dovessi essere io a dover rendere l’anima al Creatore causa un incidente stradale in sella alla mia bicilindrica lariana potrei essere definito in tanti modi da chi dovesse scrivere il mio epitaffio...una vittima...un centauro sfortunato...perché no, l’ennesimo coglione schiantatosi a causa della velocità...ma essere definito un eroe sarebbe pura ipocrisia...

    Con rispetto, UmileGiudeo

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  7. Avrebbe potuto scrivere “all'onore dell'ultimo mito della strada”...


    Questa sarebbe potuta essere una maniera per ricordare un grandissimo appassionato delle due ruote.

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  8. Cari amici motociclisti vorrei dire la mia su Adriano Pieri detto lo scorpione e l'incidente che lo ha visto protagonista in negativo.
    Sono Paolo e sono di Rimini , amante come voi che leggete delle due ruote , e della moto in genere in ogni sua forma, ma sopratutto sono amico di Diego, il ragazzo di 35 anni coinvolto con Adriano nell'incidente.
    Non ho conosciuto il Pieri ma mi dispiace come persona della sua morte, penso ai suoi cari, al vuoto che ha lasciato , e come motociclista provo tanta rabbia nel pensare a quale tributo di dolore siamo costretti ,noi delle moto a ogni stagione.
    Chi mi conosce sa quanto amo andare libero per strada con la mia vecchia CB650 e fare anche delle belle pieghe, ma sempre nel rispetto delle regole della sicurezza ,prima di tutto, la mia e quella "sacra" degli altri.
    Sicurezza abbiamo detto, la stessa che il Pieri troppo spesso non rispettava, visto i diversi incidenti che ha avuto.
    Credo che scambiare la strada per una pista è il più grande errore che uno può fare , se poi è il solo che ne paga le conseguenze pazienza , possiamo dire che se l'è cercata, ma quando investi un'altro solo perchè vuoi fare "il tempo" allora sei un delinquente, soltanto un maledetto delinquente.
    Come altrimenti si può chiamare uno che non ha rispetto della vita altrui? Dispiace come uomo e motociclista esprimermi cosi, ma come amico di Diego non trovo altri aggettivi adatti.
    Forse non sapete che Diego è stato in coma per venti giorni, ha avuto bisogno di 13 litri di sangue in quanto lo perdeva in continuazione essendo tutto rotto dentro e fuori, la gamba sinistra, quella dell'impatto devastata, non hanno trovato parte del femore e sono ricorsi alla banca delle ossa e ricostruita con placche di metallo, il braccio sinistro ha tutti i legamenti rotti e non lo muove quasi più, la milza è la prima cosa che gli hanno tolto, sono passati oltre tre mesi e ancora non si muove dal letto, sua moglie vive in ospedale con lui e il figlio Luca piange perchè il papà non si muove e non gioca con lui.
    Parlando con i medici mi hanno detto che ci vorrà un anno di terapia fisica perchè possa riprendere a camminare e muoversi bene, senza sapere oggi se ternerà "normale", se potrà correre con Luca come fanno tutti i babbi.

    Forse questo Adriano non lo voleva , sicuramente non lo prevedeva visto che era il mago di via Maggio , ma questo è accaduto, ma ha fatto un errore e ora non facciamolo passare come un eroe morto che ha sacrificando la propria vita per qualche sogno, era solo un uomo che ha buttato la sua vita in una curva, e che ha causato un mare di dolore in un'altra famiglia .

    Paolo e Andrea amici di Diego

    da bol900 (Andrea)

    Condivido pienamente il pensiero di Paolo aggiungo che mi preoccupa che la stampa trovi spazio per un articolo che parla di una persona detta "il mago di via maggio" come un eroe, invece di promuovere la sicurezza.

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  9. Ecco l'altra faccia della medaglia, la storia non raccontata e poco conosciuta nell'ambiente .

    Mi fà piacere che tu ci racconti l'inferno che sta passando il tuo amico, che possa essere di insegnamento un po per tutti .
    Qualcuno muore e che rimane soffre , ma chi rimane gravemente offeso vive in un inferno ed anche parenti e amici lo vivono.
    La visione di un figlio che piange perchè il suo papà non può giocare con lui mi spezza il cuore , forse perchè ho un figlio anch'io questa immagine mi fa riflettere più di mille parole .

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  10. Eroe un incosciente che a 60 anni continuava a mettere a rischio la sua,e questo ci può stare,ma anche la vita altrui?Questo è inammissibile,ora capisco tutti i pregiudizi che la gente ha su noi motociclisti.Io pretendo di fare la mia passeggiata con la mia moto senza temere di trovare dietro ogni curva il cretino di turno che ha scambiato la strada di montagna per una pista e viaggia ada lata velocità contromano per fare il tempo.Avevo già letto l'articolo a lui dedicato su dueruote ed ero rimasto sorpreso e infastidito che un giornale dedicasse spazio magnificando un semplice pirata della strada,da allora non comprai più dueruote!Sono umanamente dispiaciuto della morte di Pieri ma quello non era per niente un eroe ma solo un pericolo per gli altri!

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  11. Ciao ragazzi.. Io sono di Cesena e abito a 100 m dalla casa di "Piraia".. Quando muore qualcuno parole come eroe, mito, leggenda si sprecano.. Io penso che il buon Piraia non volesse ne' cercasse nessuno di questi appellativi.. Era semplicemente un motociclista super appassionato, possessore di diverse moto, tutte italiane. In viamaggio era velocissimo, ma non era un pazzo.. Non era neppure uno che non rispettava la vita altrui.. Mi dispiace tantissimo per il ragazzo di Rimini che e' stato coinvolto in questo orribile incidente, ma purtroppo sono cose con cui, chi va in moto e soprattutto chi lo fa per strada deve convivere e tristemente accettare. Penso che si faccia presto a dire aveva scambiato la strada per la pista ecc ecc ecc, ora, ditemi in tutta sincerita' chi di noi non lo ha mai fatto? Chi ha sempre e solo rispettato i limiti, chi non si e' mai lasciato prendere la mano dalle curve oppure, seguito da un'altra moto non ha mai avuto l'istinto di dare gas?? Chi ridendo o scherzando non ha mai cercato di essere piu' veloce dell'amico, del cognato, di quello che ha la moto uguale alla tua?? Io non sto' dicendo che la guda spericolata su strada sia giusta, non sto' neppure dicendo che il povero Piraia, non abbia sbagliato.. Quello che sto' dicende e questo e' per certo e' che non ha mai avuto intenzione di attentare alla vita altrui e che per primo, se questo incidente fosse capitato a qualcun altro se ne sarebbe rammaricato.. Ragazzi non facciamo i falsi! Non esiste motociclista che io conosco che corre o semplicemente gira in moto con l'idea di fare male a qualcuno o di rischiare appositamente la vita.. Semplicemente (per quanto terribilmente) Piraia, come tanti altri ha commesso un errore e il fato ha voluto che in quell'istante, passasse in direzione opposta un altro motociclista.. Io voglio solo dire soprattutto a chi non lo ha conosciuto, che con la morte di Piraia, qui in Romagna, non e' venuto a meno un mito o una leggenda, e' venuto a meno un AMICO! Una grande persona, sempre disponibile, sincera appassionata di moto! E' venuto a meno un di quei motociclisti old-style, che qua a Cesena ha contribuito a fare conoscere la moto e la gioia di guidarne una a tantissimi ragazzi.
    Ovviamente il mio pensiero e' rivolto anche al ragazzo che e' rimasto ferito.. Di fronte al dolore fisico e non delle persone non si puo' rimanere indifferenti, tanto piu' che la prossima volta potrebbe capitare a me..
    Se poi la stampa lo ha definito il "mago di viamaggio" ecc ecc ecc credetemi: non era questo che Piraia cercava lungo quel passo, anche perche' di amici ne ha visti cadere tanti e tanti anche ferirsi.. Pregherei quindi gli amici di Diego di essere piu' rispettosi e non cedere ad un inutile sarcasmo, ma di vedere la cosa come realmente e': nella tragedia, per lo meno, anche se molto dolorante, il loro amico e', ancora vivo per fortuna, noi, invece non potremmo piu' scambiare due chiacchere amichevoli con Piraia..

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  12. Vedo che la morte di Adriano Peri fa discutere molto.
    Ecco che dall'ultimo intervento ha spostata la discussione su di noi e facendoci fare un piccolo esame di coscienza tutti i torti non ha.

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  13. non è un eroe,nemmeno il diavolo.ha sprecato la vita,come fanno in tanti.forse credendo di essere invincibile.

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  14. SONO LA FIGLIA DELLO SCORPIONE.
    LA MAGGIORE DELLE 3 FIGLIE
    NEL RISPETTO DI TUTTI CREDO CHE LA MORTE CI METTA DAVANTI A CIO' CHE OGNUNO TEME, CRITICA, ESALTA.
    MIO PADRE AMAVA...E QUANDO SI AMA, LO SI FA CON PASSIONE, INTELLIGENZA E SENZA PRETENDERE DI VENIR MITIZZATO NE' DEMONIZZATO.
    è MORTO UN UOMO
    UN PADRE
    UN MARITO
    UN APPASSIONATO, ESPERTO DI MOTO.....NON UN MITO...Nè UN PAZZO, Nè UN ESALTATO.
    il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma nell'avere occhi nuovi.

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  15. Con l'occasione porgo le mia condoglianze alla figlia , anche se sono passati quasi 2 anni dalla morte del padre.
    La disgrazia che ha colpito lei è stata l'occasione per riflettere un po si questo nostro mondo animato da passione ...ma ogni vittima della strada ci fà remare un attimo a pensare .
    Se ci possono aiutare ad evitare nuove morti , allora la scomparsa di ognuno di questi motociclisti sarà meno vana.

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  16. Benvenuta l'occasione per riflettere
    benvenuta l'occasione per incontrare i pensieri di tutti
    e sia, benvenuto anche il pensiero di chi cavalcando la moto si sente invincibile e al riparo da ogni rischio, critica, fragilita'.
    a ogni appassionato auguro di vivere sulla moto il piu' tempo possibile.
    a tutti

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