Trion, Norvin, Trisba, Norbsa... per molti questi nomi non dicono niente, ma per gli appassionati delle cafe racer classiche rappresentano degli acronimi di moto leggendarie.
Infatti la tradizione delle cafe racer prevedeva di il mix di motori e ciclistiche diverse per dare vita a moto più performanti rispetto alle versioni standard.
Ecco con la stessa filosofia questa moto nasce dall'unione di un Suzuki Bandit Gsf 650 e dalla ciclistica Ducati , quindi il suo nome naturale non può essere altro che Sukati.
Queste immagini arrivano dall'Autodromo Valle dei Templi di Agrigento dove questo fine settimana si è svolto la nona edizione del MotorFest , dove il RocketGarage e Vintage Biker Sicily hanno premiato le migliori cafe racer e special iscritte la #Forgetaboutit Contest.
Questa aggressiva Suzuki, rivista in chiave Streetfighter ha conquistato il primo posto, i ragazzi del Rifugio del Centauro hanno realizzato un'ottima moto che ha cambiato completamente volto a una moto altrimenti anonima.
Già lo scorso hanno avevano attirato la nostra attenzione con la Sniper, una Ducati che nei colori e nello stile ricorda moto questa moto ma con questa ultima fatica hanno saputo cambiare volto a una moto altrimenti anonima.
Del modello originale rimangono solo il motore e metà del telaio , infatti l'avantreno completo proviene da Ducati, quindi forcelle rovesciate, piastre, freni, ruote, sono tutte di produzione italiana , cosi come al posteriore dove è stato montato un forcellone monobraccio completo di sospensione e ruote di una Multistrada.
Questo ha necessitato la modifica del telaio per ottenere i punti di attacco del mono ammortizzatore, telaio che è stato tagliato completamente nelle parte posteriore per lasciare spazio alla sola sella che è sostenuta da un'unico sostegno in alluminio, reso ancora più leggero da un serie di fori.
Per rendere la moto compatta e dall'aspetto muscoloso, lo scarico, composto da diverse sezioni finisce prima della ruota posteriore, la voce che esce da questo sistema è corposo e acuto allao stesso tempo.
Un piccola reticella, dipinta di rosso evita che qualche oggetto possa finire la suo interno, soluzione adottata anche in MotoGp.
Degno di nota è il sistema di aspirazione dell'aria hypercharger montato sopra il serbatoio , uguale a quello adottato dalle Hot Rod americane, e utilizzato anni fa anche dalla bicilindrica Wakan.
Le valvola e farfalla sono perfettamente funzionanti e rispondono al comando dell'accelleratore.
Rimando sulla parte superiore della moto, si possono notare una serie di interruttori che servono sia per accendere la moto che per azionare le luci, anche questa come sulle auto americane.
Luci che sono composte elementi a led sia per il faro anteriore che per il posteriore.
Tutti nuovi i comandi, sia quelli del manubrio che la pedane, cosi come la strumentazione, insomma nessun particolare è stato lasciato perdere per ottenere il meritato successo.
Se proprio devo provare un difetto, forse sta nella decisione di montare una gomma posteriore de 200, veramente troppo grande ....molto scenica ma fa perdere di maneggevolezza, ma forse i ragazzi non hanno tanto voglie di fare curve e già pensano di sfidare gli avversari sui 200 metri, in una classica gara SprintRace, campionato che ha fatto la sua presentazione sul circuito nella speranza di organizzare una tappa nel 2018.
Peccato per la bombola del Nos che è soltanto scenica, infatti funge da vano portaoggetti, ma per ottenere maggiore potenza stanno già pensando di montare un turbo...davvero agguerriti questi ragazzi di Caltanissetta che seguiremo con attenzione nella speranza di mostrarvi qualcosa di bello e interessante
No comments
La libertà di opinione verrà rispettata sempre, nei limiti della legalità . Qualora si ravvisino commenti offensivi ovvero in violazione di una qualsiasi normativa in vigore, il commento verrà cancellato ma conservato (con il relativo indirizzo ip di pubblicazione) per una eventuale azione legale.