Titulo

Norton Domiracer First Ride


After having done the worldwide preview last year the Norton Domiracer here comes the long-awaited and longed road test 2014

Norton Domiracer Photos by Ian Jubb / Original article by Phil West
The magazine Motorcycle USA has tested and this is the account. We thank the friend Luke Inazuma which played the great work of translating the text ..Here we are too lazy to do it

Dopo avervi fatto vedere in anteprima mondiale lo scorso anno la Norton Domiracer ecco che arriva la tanto attesa e sospirata prova su strada 2014 

Norton Domiracer Photos by Ian Jubb / Original article by Phil West
La rivista Motorcycle Usa l'ha testata e questo è il resoconto. Ringraziamo l'amico Luke Inazuma che ha svolto il grande lavoro di traduzione del testo ..qui siamo troppo pigri per farlo  


"Let’s get the bad bits out of the way immediately: The cynic in me knows that, essentially, the Domiracer is ‘just’ a rehashed, 80-horsepower pushrod Twin. It comes with no modern, electronic trickery, is barely road legal, our test bike had a slight electric fault, there’s not much steering lock and, even if (unlike most of us) you can afford its £24 grand price (£26K if you want a road legal version), you can’t buy one anyway. The 50 examples being built have already been snapped up. But I don’t care about any of that. Having stood next to it, smitten by its sheer beauty and sublime detailing. Having been aurally assaulted by its cacophonous open exhaust. And having ridden it (all too briefly, mind, but still the first person in the world outside the factory to do so), I’m not ashamed to admit the ‘Domi’ has stolen a big chunk of my heart. But it’s not love we’re talking. Nothing so sweet and civilized – it’s sheer, animal, passionate LUST. I can’t think of any other machine of recent years that gives such an enormous sensory experience – and on so many levels. Actually, scratch that, there are two: Ducati’s full-blown, ultra-exotic and harmonic Panigale R, all £27 grand of it, and MV’s £19,999 F4 RR, both of which look good, sound good, ride good, too. But, on second thoughts, nah, I don’t want either of them as much as I want the Domi and can’t get as much out of them, either". 



"Togliamo subito di mezzo le cose negative: il cinico che è in me sa che, in sostanza, la Domiracer è 'solo' un bicilindrico frontemarcia aste e bilancieri rimaneggiato con 80 cavalli. Non c'è alcuna moderna diavoleria elettronica, è a malapena omologabile, la moto in prova aveva un leggero difetto elettrico, ha poco raggio di sterzo e, anche se (a differenza della maggior parte di noi) vi potete permettere le ventiquattromila sterline necessarie ad acquistarla (ventiseimila se volete una versione omologata), non è comunque possibile acquistarne una. I 50 esemplari in costruzione sono andati tutti a ruba. Ma non importa. Dopo esserle stato accanto, colpito dalla sua bellezza e dai sublimi dettagli. Dopo essere stato aggredito dalla cacofonia degli scarichi aperti. E dopo averla guidata (troppo poco, purtroppo, ma pur sempre primo al mondo a farlo fuori della fabbrica), non mi vergogno di ammettere che la 'Domi' mi ha rubato una grossa fetta di cuore. Ma non è d’amore che stiamo parlando. Niente di così dolce e per bene. Ma di pura, animale, appassionata LUSSURIA. Non riesco a pensare a qualsiasi altra moto degli ultimi anni che dia una così grande esperienza sensoriale - e a così tanti livelli. In realtà, a dirla tutta, due ci sono: la conclamata, ultra-esotica e armonica Ducati Panigale R, e le sue 27.000 sterline, e la MV F4 RR da 20.000 sterline. Entrambe bellissime ed efficacissime. Ma, a pensarci bene, naa, non vorrei nessuna delle due  quanto la Domi. E non potrei godermele di più, in ogni caso".



"Shortly after arriving at Norton’s sumptuous new HQ in the grounds of Donington Hall just outside Donington Park, photographer Ian Jubb and I were ushered through to the capacious, carpeted workshop where the gleaming Domiracer stood on its paddock stand, center stage. Even at silent standstill it’s a wonder. They say beauty is subjective, that it’s in the eye of the beholder, but the Domiracer is one of those rare exceptions: It’s unequivicably, unambiguously, no doubts, no questions stunning". 

"Poco dopo il nostro arrivo alla sontuosa sede della Norton a Donington Hall appena fuori Donington Park, siamo stati scortati fino al grande laboratorio ricoperto di moquette dove la fiammante Domiracer ci attendeva al centro della scena, sul suo stand da paddock. Anche spenta e silenziosa è una meraviglia. Si dice che la bellezza sia soggettiva, che è negli occhi di chi guarda, ma la Domiracer è una di quelle rare eccezioni: è inequivocabilmente, indiscutibilmente, indubbiamente, mozzafiato".



The eye-grabbing centerpiece is that Tank, of course: alluring alloy at its most voluptuous; waisted and curvaceous with an appointment between your legs. (Don’t tell me there’s no sex appeal here). But there’s so, so much more. In profile you’re almost as instantly drawn to the Featherbed-alike frame. That shoulder curve below the seat is ‘just so’, purebred, almost regal, but then the Spondon swingarm and monoshock reminds this is no classic, no retro. This is a Featherbed for the here and now; a Norton café racer for the 21st century. And you can stuff your dribbly, shonky old Tritons…

L’attenzione è immediatamente attirata dal serbatoio, ovviamente il fulcro: in lega d'alluminio dalle forme voluttuose e seducenti, vita stretta e busto procace, con un appuntamento tra le vostre gambe (e non ditemi che non ci sia sex appeal qui). Ma c’è molto, parecchio di più. Di profilo si è quasi istantaneamente attratti dal telaio in stile Featherbed. Quella curva a spalla sotto la sella e 'esattamente quella', di razza, quasi regale, ma poi il forcellone Spondon e il monoammortizzatore ricorda non siamo di fronte a una classica, non è una retro bike. Si tratta di un ‘Letto di piume’ qui e ora; una Norton café racer del il 21 ° secolo. E potete buttare via le vostre povere e tremanti Triton…


Hand-in-hand with the modern monoshock is the cutting edge carbon fiber, lashings of CNC-milled-and-hand-polished alloy and top-spec, state-of-the-art cycle parts. Golden Ohlins and radial Brembos never fail to enamor. Here they’re the pearls and diamonds adorning Venus de Milo. Designer Simon Skinner says there were two main thrusts to this labor of love, a very personal, pet project that began in the middle 2011. The first was to get the stance, the posture of the bike right. “We tried to make it look more ‘butch’, more aggressive, like a British bulldog if you like,” he told MCN. “That’s why the front is pushed down, with the headlamp back and down, the rear raised up.” The second was to blend the old and new just so. “It’s NOT a retro bike,” emphasized Skinner. “The mix of old and new is very intentional and trying to get the balance of those two right was very important.” Personally, I think they’ve got it spot on. The jewel in the crown is detailing and touches that take the Domiracer above merely a special-framed café racer with well-appointed suspension and brakes. The special, delectable milled and polished alloy top yoke and heel plates are the most obvious examples, but the whole bike’s littered with them. They’re also touches that take the Domiracer into true exotica territory. Being CNC-cut then hand-finished they’d be too expensive to produce for conventional mass manufacturers, yet impossible for specials builders, too. In short, the Domiracer, mouth-watering as it is, is the best demonstration yet of what Norton can do. 

In armonia con il moderno monoammortizzatore è la raffinatissima fibra di carbonio, la profusione di componenti allo stato dell’arte realizzate in lega aeronautica, lavorate alla CNC e lucidate a mano. Gli Ohlins e i freni Brembo serie oro con pinze radiali fanno sempre innamorare. Qui sono perle e diamanti che adornano la Venere di Milo. Il progettista Simon Skinner dice che ci sono state due direttrici principali per questo lavoro d'amore, un progetto molto personale che ha avuto inizio a metà 2011. La prima è stata quella di ottenere la giusta postura, il giusto assetto della moto. "Abbiamo cercato di farla sembrare più 'virile', più aggressiva, come un bulldog inglese, se volete. Ecco perché la parte anteriore è acquattata con il faro basso e incassato, e la parte posteriore sollevata." La seconda è stata quello di fondere il vecchio e il nuovo. "Non è una moto retrò", ha sottolineato Skinner. "Il mix di vecchio e nuovo è stato studiato a fondo e la ricerca del giusto equilibrio tra i due stili è stata molto importante." Personalmente, penso che abbiamo colto  il punto. Il fiore all'occhiello sono i dettagli che rendono la Domiracer ben più una café racer ben frenata, con un bel telaio e sospensioni ben accordate. Le deliziose piastre forcella in lega fresate e lucidate e le pedane sono gli esempi più evidenti, ma tutta la moto è piena di dettagli preziosi. Ci sono anche particolari che portano la Domiracer nel campo dell’esoterico. Parti lavorate al CNC e poi rifinite a mano che sarebbero troppo costose da produrre in grande serie, ma impossibili da riprodurre per costruttori artigianali. In breve, la Domiracer, intrigante come è stata realizzata, è la migliore dimostrazione di ciò che ancora Norton può fare.


And all of that’s before the thing’s even been fired up.(...) At low revs the big Twin burbles and blarts with a richness and vibrancy that can only make you smile. Then the merest blip of light throttle has it racing violently up to five and with it a whole orchestra of sound and volume is unleashed. Brass? Strings? Timpani? The whole bloody lot of ‘em and all bass and treble and so, so loud. Then, on the over-run, sucking and spitting like a bath plughole draining its last. There’s not much point revving above five, but there’s lots of joy in just blipping and blipping. The whole aural experience is intoxicating and addictive. 

E tutto questo è prima di mettere in moto. (...) Ai bassi regimi il Big Twin gorgoglia e muggisce con una ricchezza e vivacità che mette allegria. Quindi la minima apertura della valvola a farfalla spinge il motore con violenza fino a cinquemila giri e con lui un'intera orchestra di suoni. E il volume s’impenna. Ottoni? Violini? Timpani? Tutti i maledetti strumenti con bassi e acuti, e a tutto volume. Poi, al richiamo, risucchia e sputacchia come quando si svuota un lavandino. Non c'è molto senso a spingersi oltre cinquemila giri, ma c'è un sacco di goduria semplicemente ad aprire e richiamare il gas. L'intera esperienza uditiva è inebriante e coinvolgente. 


But the biggest surprise of all is how the Domi rides. That Norton’s new baby looks so good is reason enough to want it. That it sounds so primeavally delicious is the unexpected bonus. There was almost no need for it to be a decent bike as well. But that’s not even the half of it. This being the first completed example (hence the ‘No. 1’ sticker on the carbon airbox) it perhaps unsurprisingly is going to remain the property of Norton owner Stuart Garner himself. Which is why, leathered and helmeted, and astride the Domi ready to head out onto the road for the first time, it’s his parting words rather than the exhausts’ deafening thunder which were ringing in my ears the most. “If you crash it, don’t bother coming back!” I think he was joking. With hindsight, the Domi was so well behaved (slight starter motor glitch and limited steering lock aside) there was never really any danger of that. Although the Norton’s café racer stance appears fairly extreme, the riding position offered by the lowered ace bars and raised and moved back footpegs is no real problem, even for this slightly aging six-footer. The thinly-padded solo seat and tank rear is slim, its weight fairly neutral, its controls reached naturally. A handful of easy-enough clutch ,a prod down into the first of five ratios, a slight blip and clutch slip and we’re away, easy as pie. Within 200 yards I was out of the HQ’s grounds, onto the open road and starting to feed it revs and gears. 

Ma la sorpresa più grande è come va la Domi. Il fatto che sia bella da vedere è motivo sufficiente per volerla. Che abbia un suono così deliziosamente primordiale è un bonus inaspettato. Non ce n'era quasi bisogno per essere una moto decente. Ma non siamo nemmeno a metà. Essendo questo il primo esemplare uscito dalla fabbrica (da qui il 'numero 1' riportato sull’airbox in carbonio) non sorprende che resti di proprietà di Stuart Garner, proprietario della Norton. È per questo che, tuta di cuoio e casco in testa, in sella alla Domi pronto a provarla, le sue parole di commiato, piuttosto che il tuono assordante degli scarichi, mi hanno colpito: "Se hai un incidente, non perdere tempo a tornare!" Credo che stesse scherzando. Con il senno di poi, la Domi si è comportata così bene (anomalia di avviamento e limitato raggio di sterzo a parte) che non c'è mai stato alcun pericolo. Anche se la posizione di guida sembra abbastanza estrema, la postura offerta dai semimanubri e dalle pedane arretrate non crea problemi, nemmeno a un tester attempato di uno e novanta. La sella monoposto e la parte posteriore del serbatoio sono strette, il peso abbastanza neutro, i comandi si raggiungono in modo naturale. Una strizzata alla frizione sufficientemente morbida, un calcetto giù nel primo dei cinque rapporti, un leggera apertura del gas e siamo in movimento: un gioco da ragazzi. Nel raggio di 200 metri sono fuori dalla sede della Norton, su strada aperta, pronto a far girare motore e marce.



Don’t get me wrong, there’s no performance revolution here. Norton’s pushrod Twin, despite what the fiercesome exhaust note may suggest, is no firebrand. Its 80-odd horses, progressive delivery and slightly clunky and sloppy, ‘old school’ nature reminds most of a worn, air-cooled, two-valve, Ducati L-Twin, so this baby’s not going topside of 125 mph any time soon. But it’s still enough to excite, please and, more importantly, invigorate. Best of all, it’s enough to let the real star turn of the whole plot – the Domi’s chassis – shine. To be honest, I hadn’t expected much of the new Featherbed, Ohlins or no, hadn’t really thought about it, even. I was too distratcted by the look and the loud. But after only briefly letting it stretch its legs into third then fourth gears on the Derbyshire A-roads the whole plot’s class was already shining through – a racer-ish firm but refined ride, utter stability, instinctive steering and quality brakes. We didn’t have much chance to push the Domi hard, of course. But that’s not really the point. Few will – or want to. But on our main photo corner – the one turn I did time after time, faster and faster – the Norton’s chassis was so calm and composed I’m sure it could’ve done it 30 mph faster without a flinch. And all to that wonderous cacophany bouncing off the farm walls and in the reflected gleaming glory of that ally tank. Some bike, this. 

Non fraintendetemi, non ci sono prestazioni rivoluzionarie. Il Norton bicilindrico aste e bilancieri, nonostante quello che il feroce timbro degli scarichi può suggerire, non è uno scalmanato. I suoi 80 cavalli e rotti, erogati progressivamente e in modo un po' goffo e disinteressato, e la natura 'old school' ricordano piuttosto un vecchio e spompato motore Ducati due valvole raffreddato ad aria. Quindi questa bimba non vi porterà in un lampo a più di 200 km/h (125 mph). Ma ne ha abbastanza per eccitare e, cosa più importante, per dar vigore. La cosa migliore, è lasciar lavorare la vera star della storia - il telaio della Domi. Per essere onesti, non mi aspettavo granché dal nuovo Featherbed, Ohlins o no. Ero troppo distratto dal look e dal suono del motore. Ma dopo aver sgranchito le gambe in terza e quarta marcia sulle strade del Derbyshire, la trama si è finalmente fatta chiara: una moto sportiveggiante, solida ma raffinata, stabilità assoluta, direzionalità istintiva e freni di qualità. Non ho avuto la possibilità di spingere la Domi al limite, naturalmente. Ma non è questo il punto. Pochi lo faranno - o lo vorranno. Ma nella curva che abbiamo scelto per il servizio fotografico - quella che ho fatto ogni volta, sempre più veloce – il telaio della Norton era così tranquillo e composto che sono sicuro che avrei potuto farla a 50 km/h in più senza battere ciglio. E tutto questo nella meravigliosa cacofonia degli scarichi che rimbalzava contro le mura delle fattorie e nella gloria degli scintillanti riflessi del serbatoio in alluminio. Una certa moto, questa. 



New Nortons don’t come along very often, especially ones with featherbed frames and looks like this. That is enough, in itself, for the Domiracer to be considered special. The fact that its 83% British with much of it (frame, tank, pipes, engine and final assembly) all done on site at Donington, is another big plus. Then there’s the look (which makes the 961 now seem old hat), the wonderous noise, the quality and the components and the ride itself. Best of all, though, I reckon, is the price. For £24,000 you are getting something very special indeed. Or should that be were, ‘cos sadly they’re all snapped up already. I don’t blame those buyers one little bit. The Domiracer is a truly great bike – not great because of its abilities, dynamics or performance. Great because of the wonderously rich biking experience it delivers, Compared to this every modern superbike is flat, bland and sterile. The Domiracer, meanwhile, is one of my bikes of the year. Phil West – Motorcycle News UK

Di nuove Norton non se ne vedono spesso, specialmente quelle con telai Featherbed e un look come questo. Questo è sufficiente, di per sé, per considerare la Domiracer una moto speciale. Il fatto che l’ 83% (telaio, serbatoio, scarichi, motore e assemblaggio) sia tutto fatto a Donington, in Inghilterra, è un altro plus. Poi c'è la linea sportiva (che fa invecchiare di colpo la 961), il rumore meraviglioso, la qualità, i componenti e la moto in sé. Anche se la cosa migliore, secondo me, è il prezzo. Per 24.000 sterline prendi qualcosa di davvero speciale. O almeno, così sarebbe se gli esemplari previsti non fossero stati tutti già venduti sulla carta. Non biasimo gli acquirenti nemmeno un po'. La Domiracer è una vera grande moto. Non eccezionale per le sue qualità dinamiche o le prestazioni. Grande per la meravigliosamente ricca esperienza motociclistica che dona, al cui cospetto ogni moderna superbike risulta anonima, scialba e sterile. La Domiracer, intanto, è una delle mie moto dell'anno. Phil West – Motorcycle News UK




Main specs by the builder. Air-cooled, Pushrod, 4v Parallel Twin engine, 961cc. 80 HP @ 7700 rpm (approx). Torque: 80 NM @ 6000rpm (approx). 5-speed. Tubular steel ‘Featherbed style’ with tubular steel Spondon swingarm. Ohlins 43mm inverted forks adjustable for preload, compression and rebound. Single Ohlins TTX monoshock with adjustable ride height, preload, compression and rebound. Dry Weight: 386 pounds (175 kg). Front Brake: Dual 320mm Brembo discs with Brembo four-piston radially-mounted callipers. Rear Brake: Single 220mm Brembo disc with twin-piston Brembo caliper. Tires: 120/70 x 17 front; 180/55 x 17 rear. Fuel Capacity: 5 gallons (19 liters). Seat Height: 32 inch (813mm).



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