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Royal Boardtracker "Born to Fly"


Ci sono progetti che nascono con una precisa visione, osservando la moto sulla quale si vuole sviluppare il progetto, si ha subito ben chiaro il risultato che si vuole ottenere.
Non sempre tutti hanno questa dote, specie se non si è un professionista e Giacomo Galbiati non lo è, infatti tutto il lavoro è stato eseguito da lui in garage nell'arco di 6 mesi, durante le ore notturne.


Questa boardtracker Royal Enfield 500 Bullet del 2008 dallo stile steampunk, che sembra arrivare dai primi del '900 l'avevamo subito notata lo scorso Gennaio a Verona durante il MBE al contest di Ferro, una moto che spiccava per la sua personalità e pur noi privilegiando quelle che puntano a migliore la meccanica per regalare maggiore piacere alla guida, avevamo scelto lei come potenziale vincitrice del contest, poi i giudici hanno votato in altra maniera ...ma voi sapete già tutta la storia.


Non vi avevamo fatto vedere nei particolari questa moto, perchè aspettavamo il servizi fotografico di Mattia Negrini, tanto lavoro meritava di essere valorizzato con scatti di altrettanta bravura, ora ve la mostriamo e ve la raccontiamo, grazie all'intervista che ci ha rilasciato Giacomo.   


"Il mio obbiettivo è sempre quello di creare qualcosa di mai visto sullo specifico modello su cui sto lavorando."


"Ho voluto dare più leggerezza e un aspetto anni 30/40, dove la simbiosi uomo/ macchina era un tutt'uno."


"Prima di acquistarla avevo già in mente come doveva essere, quello che mi ha attirato della Royal di quell'anno sono l'estetica e la semplicità del motore.
Dopo avere costruito un'apposita dima ho allungato il telaio di 6 cm, stesso allungamento per il forcellone." 


"Motore riverniciato nella parte interna nero opaco, carter esterni nero lucido, condotti olio e altre parti oro satinato."


"I serbatoi sono realizzati a mano in acciaio, parte destra contiene la parte elettrica, sinistra per la benzina, così come i lamierini decorativi a forma di ali sono fatte a mano."


"Le forcelle a parallelogramma le ho trovate in India specifiche per il modello, molto economiche senza grosse pretese , infatti quando sono arrivate sembravano realizzate in cucina, ho dovuto riprenderle, risaldarle e irrobustirle, ora funzionano a dovere."


"Parafango posteriore rubato a una Kawasaki, ritagliato e decorato con delle ali fatte a mano, non aerografo, da quella santa della mia compagna.
Cerchi e gomme, cerchi verniciati e decorati a mano, acquistati in Inghilterra da un ricambista Royal disponibilissimo."


E se il lavoro finale non ha raccolto il giusto consenso la gratificazione personale di Giacomo invece arriva abitualmente , visto che la usa con regolarità con gran goduria sia alla guida che ogni volta che si ferma , perchè i tanti curiosi e appassionati non lo lasciano più andar via tempestandolo di domande e complimenti 












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