VUN: uno. Come l’unico cilindro del suo propulsore, come l’unica ispirazione dei progettisti che l’hanno creata, la passione. “VUN” in milanese, perché le radici di un prodotto artigianale come questa moto si devono sentire, anche nel nome. Allora perché, per coerenza, non costruirne un solo esemplare? Il motivo c’è, ed è semplice. Una moto così ha tutte le carte in regola per catturare il cuore dei centauri più incalliti, essendo l’incarnazione pura e semplice dell’amore per le due ruote. Un motore leggero e potente quanto basta per divertire anche il pilota meno smaliziato, due ruote, un telaio tipicamente italiano in tubi d’acciaio e piastre in lega leggera ricavate dal pieno: niente fronzoli, finiture artigianali e tanta sana voglia di andare in moto senza il pensiero assillante del “tempo sul giro”.
Essenziale è l’aggettivo giusto per descriverla. La carenatura è ridotta ad un proiettore anteriore arrotondato, due paratie laterali “branchiate” per convogliare l’aria ai radiatori ed un codino filante che punta deciso verso l’alto. La meccanica ed il telaio sono in bella vista, le perfette saldature ed il compatto mono da 652cc non fanno altro che alimentare il fascino della CR&S VUN. La natura “casalinga” della VUN lascia spazio comunque a soluzioni tecniche interessanti, come il radiatore sdoppiato e posizionato ai lati del monocilindrico, lo scarico basso od il forcellone Cantilever infulcrato direttamente sul blocco motore. Il tutto a vantaggio del piacere di guida, una caratteristica indipendente dalle pure prestazioni velocistiche, verificabili solo in pista viste le condizioni del traffico moderno e soprattutto i dettami del Codice della Strada.
Da CR&S
questa moto è il mio cruccio... il mio sogno proibito da un pò di tempo...
ReplyDeletesi, costa, ma per essere artigianale, per chi sa cosa vuol dire "modificare" e "customizzare"... non è neanche così cara.
tante volte ho pensato : "mo mi vendo tutti i miei mezzi e me la prendo" ma poi prevale l'affezione...
e allora rimane un sogno...
secondo me è il target del futuro, è la stessa concezione della Lotus in automobilismo, guidabilità su buon telaio, quindi leggerezza, quindi pochi consumi e tutto rapportato a "misura d'uomo" e non di "Pista" come hai giustamente ricordato...
Un esempio !