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Tom Waits



I suoi dischi d'esordio sono fulminanti per critica e pubblico: ancora abituati a canzonette, si ritrovano di fronte a brani che cantano la solitudine, l'emarginazione, l'alcolismo e i disgraziati in genere.

Tom diventa un personaggio, curvo sul suo pianoforte, spesso sbronzo, con la sua voce incatramata da mille sigarette; incanta quando alterna pezzi dolci e malinconici ad altri taglienti, sincopati, sempre comunque dai testi profondi, visionari e poetici.

I Don't Want To Grow Up from Anti Records on Vimeo.

Il suo primo disco, Closing Time, esce nel 1973, seguito da Heart of Saturday Night nel 1974 e dal bizzarro live-in-studio Nighthawks at the Diner nel 1975. Questi primi lavori sono fortemente influenzati dalle liriche del poeta beat Jack Kerouac e riscuotono grandissimo successo, specie tra la critica.
La svolta professionale della carriera di Waits coincide con il trasferimento alla casa discografica Island Records, dove Tom produce il trittico degli anni ottanta, cominciato con Swordfishtrombones nel 1983, passando per Rain Dogs nel 1985, fino ad approdare all'opera teatrale Frank's Wild Years nel 1987, senza dimenticare la raccolta live del 1988 Big Time.

La distanza a livello compositivo rispetto agli anni settanta è netta ma non per questo infierisce su di esso; anzi proprio la sua inventiva e la sua voglia di esplorare raggiungono il culmine probabilmente in questo periodo produttivo, in cui Waits si dedica anche a diversi altri progetti sia cinematografici che teatrali.
Da Tom Waits.it

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