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Ciao Ragazzi


Oggi è lunedi, sono passate quasi 24 ore ma ancora non riesco a immaginare  un ragazzo cosi solare e con grande voglia di vivere che  non sia più tra noi , il suo volto sorridente che continuano a farci vedere sia la TV che il Web rendono acora più assurda la sua morte .
In questa immagine sembra quasi che stia salutando i suoi compagni di gara , lui è andato a correre un altro campionato dove vi sono tanti altri bravi piloti che lo hanno preceduto
 
Vittima della sfortuna , che come al solito ci vede benissimo al contrario della cecità dimostrata dalla fortuna , Marco è stato colpito nell'unica parte del corpo che non è possibile proteggere , il tallone di achille di ogni pilota, il collo .

L'analizzare l'incidente non portera indietro Supersic , ma studiando la telemetria o ogni altro dato disponibile forse si può tentare di impedire  il ripetersi di una tragedia , non una ricerca di responsabilità ma un passo in più verso un ulteriore sicurezza .
I volti dei protagonisti del motomondiale erano delle maschere , chissà quali pensieri avranno affollato la loro mente e come reagiranno alla scomparsa di un loro compagno , il dolore verra metabilizzato e svilpuppato in maniera diversa in base alle singole persone , non mi stupirei se qualcuno decidesse di prendere delle decisioni radicali .

Faccio le condoglianze alla famiglia e a coloro che gli erano più vicini .



10 comments

  1. Ma cosa vuoi che trovino povero cristo?!? Gli stava partendo la moto e non ha voluto starci, ha provato a tenerla.Da lì l'inevitabile disastro.
    Purtroppo le corse son così, lo sappiamo io, tu e loro.Nel correre c'è l'accettazione implicita del rischio che corri.Lui è stato particolarmente sfortunato, in uno sport dove è impossibile coprire tutte le variabili.
    Io non approvo questo cercare "colpe" o motivi. Trovo che l'approccio giusto sia più stoico che analitico, soprattutto a priori.

    Tizietto

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  2. Io non ho detto che bisogna trovare le colpe , ma analizzare l'evento nel caso possa essere utile nella ricerca eventuale di un ulteriore sicurezza per i piloti .

    Che sia un sport pericoloso e che la morte sia sempre un compagna presente al fianco di ogno motociclista sia profesionista che non l'ho gia detto ieri , lo so io e lo sanno tutti i motocilcisti .

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  3. Non hai capito il senso (in realtà son prolisso io, deformazione). Quello che volevo dire è che non so quanto proficua sia questa continua ricerca di sicurezza. Pure analizzare l'incidente (questo nello specifico ancora di più) mi pare sia un modo per esorcizzare la sorte (sorte/caso/fato chiamalo come ti pare) cercando una logica in eventi incontrollabili.
    Poi per carità, è una mia opinione, passibilissima di essere na minchiata.
    Ciao. notte

    Tiz

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  4. Andiamo un pò sul concreto, Tiz. Simoncelli ce l'aveva l'airbag a protezione del collo? Io non l'ho visto. Tu?
    Che poi, non fosse servito a nulla, chi lo sa?
    Kato, Tomizawa, Simoncelli, e molti altri prima di loro: è parte di questo sport, la fatalità. Lo sappiamo in tanti. Anzi tutti, sebbene sia un pensiero costantemente "rimosso" (altrimenti non ti alzeresti dal letto alla mattina, e comunque non servirebbe a nulla): ciò non toglie che porsi domande sia un atto di riflessione utile affinché disgrazie come queste accadano il meno possibile.
    So long Tiz

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  5. Non è la ricerca di un eventiuale giustificazione , non nascondere la testa sotto la sabbia .
    Studiando la meccanica dell'incidente si possono trovare spunti per migliorare il sistema sicurezza o anche la moto nel suo insieme .
    Insomma non facciamo che Marco sia morto inutilmente

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  6. @don zauker
    sì, lo aveva. non è partito, evidentemente non ha rilevato un impatto sufficiente.Questo so io almeno.

    Tiz

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  7. Sono d'accordo con Rocket. E' e sempre sarà vero che le fatalità non sono tutte prevedibili MA è dovere di tutti capire
    1-se l'elettronica renda davvero più pericolosa e imprevedible una moto (ma ti pare possibile che un grande pilota chiuda una traiettoria in quella maniera? E poi, l'elettronica viene sviluppata nelle gare ma viene poi trasposta nelle moto di tutti i giorni.. in versioni semplificate ed economiche, per giunta)
    2-L'airbag sul collo c'era? ha funzionato o no? E perchè? Sarebbe stato utile in questo caso (non credo)?
    Cavoli, stiamo esagerando tutto per aprire nuovi mercati. L'elettronica viene testata sui piloti con la scusa di migliorare sempre più le prestazioni. Ma ti pare giusto?
    L'abilità di un pilota nel saper centellinare il gas, di gestire la sicurezza passiva (pneumatici, ammortizzatori, freni che sono cmq a livelli stratosferici), l'abilità di trovare un equilibrio tra competitività e saggezza DEVONO VALERE ANCOR OGGI di più che il "coraggio di tenere aperto in qualsiasi caso" e affidarsi "alla magia".
    La volontà di aprire un'approfondita analisi di questi problemi è necessaria: senza di questo non avremmo gli spazi di fuga vicino alle curve.
    Se adesso non servissero più perchè l'elettronica ti fa chiudere le traiettorie invece di farti scivolare negli spazi di fuga??

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  8. Volevo aggiungere, se non si era capito, che Agostini e Cereghini correvano su cancelli che i "non piloti" non sapevano neanche far partire. Loro (ed altri loro pari), insieme a Rossi (che si è già esposto in questo senso quando morì Kato), dovrebbero promuovere un'inchiesta approfondita sulla necessità o meno di regolamentare duramente o addirittura eliminare i controlli attivi della trazione.
    Questo è ciò che penso io, da anni ormai.
    E questo, secondo me, sarebbe rispettare il ricordo di Simoncelli.

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  9. E' inutile asserire a priori che l'elettronica è un beneficio o un problema.

    Si possono fare queste considerazioni solo con dati certi in mano e dopo che sono stati elaborati .

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  10. E' successa la stessa cosa con Scassa a Kyalami in gara 2, nel 2009. No traction control. E' rimasto sotto, la gamba fa da ponte, la ruota davanti fa presa e la moto gira dentro la curva. Ma non c'era nessuno dietro.
    Però per Simoncelli, come dice Rocky, direi anch'io di aspettare un pò prima di parlare, come si dovrà doverosamente fare.

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