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C. Hailwood Prototype | Dalla Forgiatura alla Modellazione: La Metamorfosi di Simone Conti


Si dice che ogni vero artigiano passi attraverso fasi di trasformazione, e Simone Conti non fa eccezione. Dopo anni passati a scolpire il metallo con martello e incudine, qualcosa è cambiato.



Tutto è iniziato durante una ricerca tra vecchi documenti e pezzi d’epoca, Simone Conti si imbatté in un dossier sfuggito all’oblio: bozze, calcoli e uno schizzo con un nome misterioso in calce: C. Hailwood Prototype


Un progetto segreto, si mormora che dopo la leggendaria vittoria di Mike Hailwood , un piccolo gruppo di tecnici Ducati, guidati da un certo "Clay"—un enigmatico meccanico con un passato nelle corse clandestine—stava lavorando a una moto speciale.


Questa moto, dicevano le voci, doveva essere l'evoluzione definitiva della Ducati NCR 900, più leggera, più aggressiva, e con un motore capace di far impallidire persino i prototipi ufficiali. Ma proprio alla vigilia del collaudo segreto, la Clay Hailwood sparì. Alcuni dicono che fu nascosta per evitare che finisse nelle mani sbagliate, altri giurano che Clay, deluso dall’industria delle corse, la smontò pezzo per pezzo e la disperse nei garage di fiducia lungo l'Adriatico.

C’è chi dice che Ducati neghi tutto per non riaprire vecchie storie.
Gli ingegneri più anziani della Ducati potrebbero ricordare qualcosa, ma chi andrà mai a chiederglielo?


Oggi, dopo oltre 40 anni, Simone ha raccolto alcuni documenti originali che ha trovato, ma chissà quanti sono andati persi...con questi indizi ha deciso di riportarla in vita. 
Telaio d’epoca, cuore Desmo battente, dettagli unici che raccontano una storia mai scritta nei libri ufficiali.

Da quel momento è diventata un'ossessione capì che la moto mai nata doveva essere costruita, ma non con la violenza del martello, come aveva fatto con l’Incudine Azzurra. Stavolta serviva delicatezza, modellazione, visione. Simone voleva creare qualcosa di diverso, una moto che non fosse solo forza e materia, ma anche visione e fluidità. E capì che il metallo, per quanto nobile, aveva i suoi limiti.


Serviva il clay, proprio come aveva fatto quel misterioso ingegnere anni prima.

Fu allora che scoprì il clay, l’argilla modellabile che usano i designer per dare forma alle idee prima ancora che diventino ferro e benzina. Non si trattava più di battere il metallo fino a piegarlo, ma di scolpire, levigare, dare vita a qualcosa di perfetto prima ancora di accendere la fiamma della forgia.



Clay Hailwood, una moto che non è solo una special, ma un tributo alla creatività pura, un omaggio ai maestri che plasmano i sogni prima che diventino realtà. 



Se l’Incudine Azzurra era il simbolo della forza e dell’artigianalità grezza, la Clay Hailwood è la dimostrazione dell’evoluzione: la fusione tra arte e tecnica, tra passato e futuro. 

La Clay Hailwood non è solo una moto: è il sogno di una leggenda che si è rifiutata di scomparire.




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