Quando vediamo ed ammiriamo le moto da corsa dei giorni nostri, non ci rendiamo conto dell’enorme lavoro che gli ingegneri passano davanti ai loro computer per creare i nostri giocattoli preferiti. Ore e ore al computer per passare poi alle moderne stampanti 3D per creare il modello fisico del progetto che fino a poco tempo prima era solo un’immagine su uno schermo.
Prima dell’avvento dei computer e della tecnologia digitale, ogni dettaglio, dall’ingranaggio più piccolo alla carena, veniva pensato e bozzato su un tecnigrafo. La realizzazione di un prototipo partendo da un progetto solo sulla carta era affare di sapienti mani artigiane, arte che si sta lentamente perdendo, assieme a tutte le sensazioni e le storie ad esse collegate.
Ma ancora non vi è chiaro chi è Primo Felotti , e il perchè Evan Wilcox gli ha voluto dedicare questo tributo , Primo Felotti è l'uomo che con le sue mani ha contribuito alla storia di uno dei brand italiani più importanti al mondo, MV Agusta.
Classe 1924, figlio di contadini, una vita passata come lattoniere, a martellare lamiere di lega leggera per creare componenti per moto ed elicotteri. Fin dal primo giorno di prova presso l’azienda varesina, si è intuito il suo talento e le sue capacità , che saranno una piccola miniera d’oro per il motorsport.
Grazie alle sue mani e alle carene che ha creato, il brand varesino ha portato a casa grandi vittorie sull’epico circuito del Tourist Trophy, come quella ottenute nel 1959. In quell’occasione “i miei compagni del reparto corse partirono per il gran premio d’Inghilterra all’Isola di Man. Io rimasi a casa per fare due carenature nuove per le 125. Lavorai giorno e notte e anche il sabato mattina. Verso le quattro del mattino erano pronte per la verniciatura”.
Oggi questo uomo è una presenza fissa dei revival MV Agusta, eventi nei quali sfreccia con le sue moto, ovviamente MV Agusta.
Un concetto fondamentale che tutti dovremmo apprendere, è che dietro ai successi dei nostri campioni preferiti ci sono persone che fanno le ore piccole e che passano moltissimo tempo, con la schiena curva su scrivanie ed occhi puntati su schermi retroilluminati per guadagnare quell’ipotetico decimo di vantaggio al giro. Per non parlare poi dei meccanici ai box e a tutto lo staff impegnato nei vari Gran Premi, che vivono questo mondo con passione, utilizzando al meglio le proprie arti, così come ha fatto Primo.
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